"Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero"


09 marzo 2011

Apocalisse 2050





E' veramente quella del 2012 l'apocalisse che ci dobbiamo aspettare?

Credo proprio di no, ma è quella del 2050 quella che dovrebbe preoccupare più di ogni altra cosa noi giovani italiani. Nel SILENZIO più totale si sta tacendo sulle pensioni inesistenti che un giorno ci "non" consentiranno di vivere. Infatti, molto probabilmente arriveremo ad avere una sorta di sussidio misero che a malapena ci consentirà di andare al supermercato per sopravvivere.

Questa è una apocalisse sicura, non inventata come quella del 2012.

A volte se ne parla, ma sembra quasi gossip ed il giorno dopo tutti se ne dimenticano o la rimandano come una bolletta che può essere posticipata e che non spaventa più di tanto.

Questo, oltre a tanti altri, è un motivo per fare una rivoluzione. 
Pagheremo noi e solo noi per scelte che i nostri politici corrotti stanno facendo (ed hanno fatto) e nessuno potrà mai farci nulla per evitarlo. Due proposte : opporsi a questo suicidio collettivo oppure rassegnarsi e cominciare fin da ora a crearsi una pensione parallela accantonando una parte del proprio misero stipendio per i giorni da fame che verranno. 

Cicala o formica?  A voi la scelta.



"Caro Danton, mon amì Danton, dimmi come si fa la revolutiòn" Caparezza, La ghigliottina



Vi riporto la traduzione/riassunto di un articolo apparso tempo fa sull' Economist :


"Un quinto di coloro che andranno in pensione nel 2050 avranno diritto a una previdenza pubblica (quella derivante dai contributi versati durante l’attività lavorativa) più bassa dell’assegno sociale, che oggi è di circa 450 euro. È questa l’ultima previsione sull’andamento futuro delle nostre pensioni. Si parla del 2050, quindi riguarda specialmente la mia generazione, in generale quelli nati fra gli anni ’80 e ’90.
Dunque, il sistema previdenziale pubblico sta collassando. Il rapporto fra pensione e salario percepito nell’ultimo anno di lavoro scenderà dal 70% attuale a poco meno del 50% fra 40 anni. Questi risultati sono stati eleborate dall’Università di Bologna in collaborazione con la fondazione Unipolis. Quindi, per chi oggi fatica a trovare un lavoro stabile e soddisfacente, ecco arrivare l’ennesima mazzata, tanto per confermare che le cattive notizie non giungono mai da sole. Le categorie più colpite dovrebbero essere le donne e i lavoratori precari (e chi non è precario oggi?).
Va lo immaginate come si potrebbe vivere con meno di 450 euro al mese? Già oggi sarebbe alquanto difficile, ma provate ad immaginare quanto varranno quei 45o euro scarsi nel 2050, tenuto conto dell’andamento generale dei prezzi che, come tutti possono tranquillamente constatare, è sempre in salita, magari poco a causa della crisi attuale, ma sempre crescente. Lo scenario è apocalittico. Una marea di persone potrebbe trovarsi con un pugno di mosche al momento di arrivare alla tanto attesa pensione e l’unica cosa che si può fare è risparmiare per il futuro. Il problema è che la stagnazione economica e la forte disoccupazione non permettono di alimentare come si dovrebbe il risparmio. La previdenza integrativa privata è l’unica soluzione che può permettere di coprire il gap previdenziale che si andrà a creare sul lato pubblico. Ovviamente, la soluzione ottima sarebbe staccarsi completamente dal sistema pubblico, ormai inefficiente, per affidarsi autonomamente a soluzioni private più redditizie. E col termine “redditizie” non mi riferisco al rendimento che il mercato potrebbe offrire, bensì a soluzioni a rendimento garantito, il metodo migliore, a mio avviso, per costruire una pensione senza troppi pensieri.
In generale, la parola d’ordine è risparmio. Createvi la pensione come vi pare e piace, l’importante è accantonare per il futuro. Il mercato assicurativo e bancario offre diverse soluzioni e bisogna stare molto attenti su chi affidare il proprio futuro. Si tratta di una decisione molto importante che va valutata per bene, magari chiedendo un parere ad un esperto, possibilmente non di parte. 
Prima si comincia e più facile sarà ottenere i risultati voluti. Altrimenti, il 2050 diventerà una triste realtà per, almeno, 1/5 della popolazione italiana, questo è praticamente garantito."

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